Reiki: storia, caratteristiche, principi e livelli
Il Reiki arriva nelle nostre mani nuovamente dopo centinaia di anni in cui è rimasto relegato solo ad alcune persone sull’intero pianeta. I bambini che si accingevano a iniziare il percorso di studi già 12.000 anni fa durante il periodo di Atlantide venivano iniziati al Reiki. Si evince quindi la semplicità di questo strumento capace di adattarsi in base a chi ne fa uso.
Il Reiki torna a noi dal Giappone intorno alla fine del 1800 attraverso il riscopritore Mikao Usui, ricercatore che dopo anni ha avuto la grande responsabilità, tramite la propria cerchia iniziatica, di riportare il Reiki al mondo intero. Usui, dopo diverse sperimentazioni con il Reiki, decide di condividere le proprie conoscenze con i suoi allievi, i quali successivamente, alla morte dell’insegnante, lo avrebbero portato in occidente ed esattamente negli Stati Uniti. Qui la diffusione avviene in maniera lenta ma capillare, arrivando poi a renderlo praticabile attraverso un’associazione di persone che ne avrebbe deciso i modi, i tempi e i costi di divulgazione, creando la così detta “scuola americana”.
Una parte di persone rimane indipendente da questa associazione, portando avanti l’originaria scuola giapponese attraverso una via diversa da quella omologata americana, dando origine a quello che, forse, è l’insegnamento più vicino a quello originario di Usui.
Il Reiki Usui, questo è il nome del Reiki originario, si trova così ad avere due tipi di insegnamento o scuola che vengono portate nel mondo. I due differiscono sostanzialmente in tre parti:
Parallelamente alla diffusione delle due scuole di Reiki, ne vengono create altre varianti personalizzate in base al background formativo degli insegnanti come ad esempio: l’Osho Reiki, il Reiki Tibetano e molti altri, che differiscono dal tradizionale Reiki Usui.
Si precisa che Luca Apicella e il Centro Olistico Atlas insegnano e praticano solo il metodo giapponese.
Operatore Reiki o Reikologo
In questi anni stiamo assistendo in maniera importante ad un risveglio di coscienza in cui molte persone cominciano ad affacciarsi alle discipline bio-naturali praticandole. Per tutelare gli operatori e regolamentare le discipline bio-naturali stiamo assistendo ad un cambiamento di gestione di tali discipline regolamentandone anche la nomenclatura.
Nasce così la figura moderna del reikologo che si affianca e poi sostituirà la classica e valida figura dell’operatore Reiki.
Cosa significa Reiki?
Reiki significato: l’unione delle due parole: Rei (energia Universale) e di Ki (energia personale). L’unione dell’energia universale e di quella personale danno luogo al Reiki per come lo conosciamo.
I cinque principi del Reiki
Usui comprende che per vivere la propria vita a pieno era (ed è!) vitale farlo unicamente al momento presente senza spostare l’attenzione e la propria energia al passato e nemmeno al futuro, dunque ci parla… “solo per oggi”.
1. Kyo dakewa Ikaruna = Non ti arrabbiare
2. Shimpai suna = Non ti preoccupare
3. Kansha shite = Sii grato
4. Gyo wo hageme = Svolgi il tuo lavoro con dedizione
5. Hito ni shinsetsu ni = Sii gentile con tutte le persone
Come funziona il Reiki?
Il reikologo veicola l’energia dell’ambiente, che riceve dalle porte poste sui corpi sottili (l’aura). Egli diventa un canale di trasmissione attraverso mani, piedi, gomiti o ginocchia, convogliando l’energia sul proprio corpo o sugli altri esseri viventi. È bene sottolineare che il reikologo è esclusivamente a servizio di tale energia, egli è il ponte prescelto tra l’energia intelligente dell’universo e chi viene trattato.
Perché chiedere un trattamento Reiki?
Sono molte le motivazioni per cui chiedere un trattamento Reiki, dalle più semplici alle più complesse. A volte si ha la necessità di affrontare momenti di transizione o di effettuare un lavoro in profondità di sé stessi. I benefici di un trattamento interessano corpo, mente e spirito, partendo da un semplice stato di rilassamento profondo causato da stress, fino alla gestione di problematiche più articolate di natura fisica, emotiva e spirituale.
La seduta di Reiki
Nel primo colloquio esplorativo un’intervista aiuterà il reikologo a comprendere meglio la situazione attuale del ricevente. L’ambiente di lavoro deve essere pulito e in ordine sia fisicamente che energeticamente. Il Reiki è sempre stato praticato in terra, qui in occidente si utilizza un lettino o un tavolo dove si accomoda il ricevente. Il trattamento è svolto con abiti comodi, reikologo potrà porre le mani in leggero contatto oppure a distanza del ricevente.
Il reikologo è preparato a trattare anche le parti del corpo più sensibili, ponendo le mani in posizione assolutamente non invasiva.
Un trattamento completo, svolto sia anteriormente che posteriormente, dura mediamente tra i 50 e 70 minuti. Sovente capita che il ricevente si rilassi fino ad addormentarsi. Potrebbe avvertire sul proprio corpo calore che coincidono con i punti che l’operatore sta trattando. Ebbene, questo è uno dei segni con cui il Reiki si palesa. Talvolta sul lettino il ricevente può avere reazioni improvvise di riso o pianto, che indicano rilasci emozionali che il reikologo preparato sarà in grado di sostenere. Il trattamento termina con un colloquio in cui vengono scambiate le impressioni fra reikologo e ricevente. È bene sapere che un singolo trattamento servirà da apriporta ad una possibile guarigione profonda.
Sono consigliati in totale 4 trattamenti per cogliere, lì dove possibile, i cambiamenti voluti. Il richiedente, tra una sessione e l’altra, continuerà il proprio lavoro interiore su quanto emerso, impegnandosi ad effettuare i cambiamenti che solo lui può veramente mettere in atto. Il reikologo lo accompagnerà per tutta la durata del percorso assistendolo dove necessario. Il vero cambiamento è messo in atto unicamente dal ricevente sulla base della propria volontà. Il reikologo, quindi, non può e non deve promettere alcuna certezza di guarigione.
A chi si rivolge il Reiki?
Il Reiki è rivolto a tutti, dai più giovani agli anziani, alle piante, agli animali e agli esseri animati e inanimati.
I 4 livelli di Reiki Usui
È il momento in cui, per la prima volta, il futuro si approccia al Dono Universale. Nel Reiki primo livello, attraverso delle dispense di lavoro, viene insegnata la tecnica base di lavoro, si studiano i chakra e si fa molta pratica su sé stessi e sui compagni di corso. L’iniziazione, o meglio l’armonizzazione, è la porta di ingresso per attivare il Reiki nelle mani del nuovo operatore.
Nel primo livello il reikologo è autorizzato ad utilizzare il Reiki esclusivamente su se stesso e dopo circa due mesi sui propri familiari. Si fa divieto assoluto di praticarlo su altre persone.
Con il Reiki secondo livello si assume una grande responsabilità. Il reikologo si fa carico e si rende responsabile per tutti gli esseri animati e inanimati che andrà a trattare, compresa la terra. Verrà introdotto all’utilizzo dei simboli Reiki, mezzi di potenziamento e al lavoro sui corpi sottili (l’aura) e a distanza. Uno step meraviglioso che introduce il reikologo al livello successivo.
Nel terzo step si viene armonizzati al livello Master, in cui vengono elargite da parte dell’insegnate le tecniche approfondite, che insieme al simbolo del maestro, (il quarto) permetteranno nel livello successivo l’insegnamento ai nuovi operatori Reiki.
Il percorso si completa con l’acquisizione del quarto livello, dove vengono insegnate le tecniche di gestione delle persone e dei gruppi che verranno formati.
Previo un esame finale verrà rilasciato il diploma di Master Reiki Usui. Al termine di ogni livello gli operatori sosterranno un esame atto a valutarne il grado di apprendimento. Dove sarà necessario, verranno introdotti approfondimenti per colmare eventuali lacune.
Inoltre, nel percorso complessivo, tra un livello e un altro, sarà necessario acquisire conoscenze e abilità ulteriori attraverso alcuni corsi, che permetteranno di preparare il reikologo su tematiche propedeutiche al ruolo del Master Reiki. Questo permetterà al futuro insegnante di affrontare con le competenze necessarie il proprio percorso di vita e quello lavorativo.
Cosa sono i chakra?
La parola Chakra, largamente diffusa tra verità, moda e mistificazione, è in realtà di origine indiana, e tradotta in lingua italiana significa, letteralmente, “ruota”. Il numero reale di chakra supera di molto le migliaia e non sono soltanto 7, come spesso si sente dire.
I chakra, roteando a spirale, alimentano il corpo fisico a livello cellulare immettendo in circolo l’energia utile come carburante per gli apparati del corpo.
Se la rotazione di uno o più chakra varia, ad esempio rallentando o aumentando, si può verificare, con il tempo, una modificazione del tenore energetico degli organi sottili e fisici della persona.
All’origine di tale alterazione vi è sempre un fattore di tipo comportamentale e/o traumatico. Un flusso scarso o eccessivo di energie da parte dei chakra, non permette agli apparati, e nello specifico agli organi, di ricevere il giusto nutrimento, e ciò potrebbe causare, a lungo andare, la manifestazione di possibili patologie a livello fisico.
Nell’insegnamento originario del Reiki non si parla mai di chakra. Questa unica aggiunta è stata personalmente fatta poiché le connessioni con il Reiki sono multiple. Studiare i chakra rende possibile la comprensione del Reiki in maniera più approfondita in relazione a ciò che il reikologo percepisce insieme alla sua capacità di interazione sul sistema energetico personale e su quello di chi sta trattando.